Storia

Fu Augusto a intuire le opportunità marittime di Ravenna, sin allora modesta colonia romana popolata da umbri, e km 4 più a sud, nell’insenatura di Classe che prese il nome dalla flotta (“classis”), stabilì una delle due basi navali dell’impero. Nel 402 fu scelta come nuova capitale dell’impero romano d’Occidente da Onorio che, per fuggire i goti, aveva abbandonato l’indifesa Milano.

A Ravenna nel 476 fu deposto, da Odoacre, l’ultimo imperatore romano e a Ravenna si decise anche il destino di quest’ultimo. I nuovi re barbarici non si sottrassero al fascino della città: Teodorico vi stabilì la sua corte tra il 493 e il 526. Scoppiata la lunga guerra tra goti e bizantini, nel 540 il generale Belisario si impadronì di Ravenna. L’invasione longobarda del 569 limitò l’importanza della città riducendola a capitale dell’Esarcato (la provincia militare in cui si concentrò per due secoli la resistenza bizantina). Nel 751 Ravenna cadeva in mano longobarda.

Da allora fu governata dagli arcivescovi, poi dal Comune aristocratico e infine dal potere signorile delle famiglie dei Traversari e dei Da Polenta. A quest’ultima signoria, che dominò Ravenna dal 1302 al 1441, dette lustro l’ospitalità concessa a Dante.

L’Adriatico era ormai un mare veneziano e, quando Ravenna cadde in mano di Venezia, il suo commercio e la sua produzione di sale ne erano già da tempo controllati. Il periodo veneziano, durò dal 1441 al 1509; dopo la disfatta di Agnadello, la città fu ceduta al papa. ). I secoli successivi, durante i quali Ravenna fece parte dello Stato della Chiesa, furono anni di abbandono.

Il grande decollo industriale degli anni cinquanta e sessanta del Novecento, successivo alla scoperta del metano, ha prodotto problemi di natura ambientale. La maggior parte dei monumenti antichi rivela, col piano originale sprofondato, la subsidenza millenaria del suolo, accelerata dall’estrazione di acqua e metano.